Io ero

Io ero

Un’avventura arrembante intorno al mondo, che con una lingua effervescente e luminosissima mescola intrecci picareschi di incredibile lievità a episodi di una brutalità agghiacciante, in un inedito saliscendi emozionale con un solo leit motiv: non concedere nemmeno una virgola al moralismo. Una vita assolutamente sui generis, che – non senza un certo disagio – alla fine ci si ritrova a invidiare. Emilia Romagna, metà anni Ottanta. Le strade di Bologna nascondono ingressi a locali dove tutto è lecito, la Riviera sobbolle come la California dei Doors. Nick ha vent’anni e l’adrenalinica convinzione che il suo destino sia di vivere a cento all’ora. Quando un po’ per curiosità, in parte per sfida, sicuramente per noia incontra l’estasi artificiale, è una folgorazione: la droga non è solo una catapulta tascabile per l’onnipotenza, ma anche un efficacissimo ascensore sociale, la chiave che gli spalanca le case dei ricchi e della loro bella vita. Combinando un’intraprendenza che sfiora l’incoscienza a un’inarrestabile energia vitale, Nick sposa entusiasta questa travolgente compagna di viaggio, e presto si ritrova a importare dall’Olanda enormi quantitativi di droga, con cui rifornisce amici, sconosciuti, tossici navigati e dolenti sognatori sprovveduti, ma pian piano anche nuove e vecchie celebrità dello starsystem, famosi sportivi, e altri clienti insospettabili. Improvvisatosi narcotrafficante, escogita una serie di affari che gli fruttano fiumi di denaro, prontamente dissolti in viaggi, donne, alberghi di lusso, begli abiti e feste sfavillanti, eccessi e tante, tante polveri da sniffare. Convinto che la sua stella non tramonterà mai, Nick continua a sfrecciare nei giorni a fari spenti – senza mai, mai pentirsi della sua dipendenza, nemmeno quando il suo castello inizia a riempirsi di spifferi e crepe, e poi a crollare, trascinandosi dietro tutto: i soldi, gli amici, persino l’Amore. Perché se Nick si volta indietro, l’unico pensiero rimane: “È stato uno sballo pazzesco”. Io ero è un romanzo totalmente fuori dal coro, capace di raccontare come mai prima gli aspetti più attrattivi della droga, e l’estasi come scelta consapevole di vita e di business. Un’avventura arrembante intorno al mondo, che con una lingua effervescente e luminosissima mescola intrecci picareschi di incredibile lievità a episodi di una brutalità agghiacciante, in un inedito saliscendi emozionale con un solo leit motiv: non concedere nemmeno una virgola al moralismo. Una vita assolutamente sui generis, che – non senza un certo disagio – alla fine ci si ritrova a invidiare.
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