Cesare. La giovinezza del grande condottiero
Più di ogni altro suo contemporaneo Gaio Giulio Cesare riuscì a segnare le sorti e a indirizzare i destini di un'epoca di crisi. Non a caso giunse a meritare, nella più ampia interpretazione filosofica hegeliana, l'appellativo di «individuo della Storia mondiale». I giudizi sul grande condottiero e politico romano sono sempre stati però pesantemente condizionati da quelli maturati negli ultimi anni della sua vita e, soprattutto, dopo la sua tragica morte. Questa, infatti, aveva lasciato dietro di sé troppe speranze e troppi «eredi» per consentire una valutazione equanime e complessiva dell'uomo privato e del personaggio pubblico. Ma prima ancora del consolato popolare, della conquista delle Gallie, della vittoria nella guerra civile e della dittatura, chi era stato, nella sua inquieta e concreta singolarità, l'individuo Cesare? Un bambino patrizio di salute cagionevole, il nipote di Gaio Mario, un orfano di padre, un giovanissimo marito e un sacerdote mancato, un perseguitato politico, il presunto e chiacchierato amante di un anziano monarca orientale, una recluta coraggiosa, un temibile accusatore, un vendicativo ostaggio dei pirati, un misterioso tribuno militare, un questore ambizioso, un sospetto congiurato, un edile magnifico e carico di debiti, un giudice inflessibile, un pontefice massimo, un pretore accusato di complicità con Catilina ma paladino del garantismo, un padre affettuoso, un marito tradito, uno straordinario amante e tanto altro ancora. Ed è proprio di questo «giovane» Cesare, oscurato - anche nelle fonti antiche - dal fulgore della successiva grandezza, militare e politica, che Luca Fezzi traccia il profilo caratteriale e psicologico e ripercorre passo passo il cursus honorum , in un libro che è, insieme, una ricca e documentata ricostruzione biografica e la sintesi di un capitolo cruciale della storia repubblicana di Roma.