Un figlio è poco e due son troppi. Diario di una mamma

Un figlio è poco e due son troppi. Diario di una mamma

La maternità è un viaggio faticoso e gioiosamente folle. Lo dice Angelica Massera, una donna che ha sempre sognato di diventare madre e che ha reso la maternità il punto di partenza per esprimere la sua creatività. «Il secondo figlio non porterà nuove preoccupazioni rispetto al primo. Ma solo perché non avrai il tempo di preoccuparti» "Diventare mamma ti porterà a scoprire di avere in dotazione alcuni superpoteri di cui prima eri totalmente ignara. Un bel giorno ti laverai i denti con una mano mentre con l'altra preparerai il biberon e con la terza (non si vede ma c'è) cambierai un pannolino. Scoprirai di saper dormire con gli occhi aperti e di avere uno spiccato senso dell'orientamento quando di notte i figli piangeranno in coro, e tu, come i pipistrelli, li raggiungerai senza incidenti di percorso, guidata da un radar invisibile. Sempre di notte, nell'istante in cui staranno per emettere un suono, nonostante tu sia a chilometri di distanza sorseggiando cocktail al party del Grande Gatsby, ti volterai di scatto e, senza far cadere il bicchiere, urlerai: 'Oddio si sono svegliati!' dileguandoti in loro soccorso come Batman sui tetti di Gotham City." La maternità è un viaggio faticoso e gioiosamente folle. Lo dice Angelica Massera, una donna che ha sempre sognato di diventare madre e che ha reso la maternità il punto di partenza per esprimere la sua creatività. Angelica è infatti il volto esilarante del web che con #vitadamamma descrive in tono ironico ma assolutamente realistico le situazioni e le battaglie quotidiane in cui le madri di oggi si trovano a combattere ogni giorno: la casa, la scuola, le feste di compleanno, il supermercato, il rapporto con gli altri genitori e soprattutto il racconto di quella fase in cui una donna è ancora nel pieno dei suoi anni e si ritrova a passare da donna a madre. Angelica si diverte a sottolineare alcuni comportamenti vagamente schizofrenici tipici delle madri, che le portano a fare certe cose e poi il loro contrario. Come ad esempio aiutare il bambino a compiere i primi passi, per poi sgambettarlo perché smetta di correre nelle corsie del supermercato; incoraggiarlo con suadenti «Dài, parla amore», per poi gridargli in faccia: «E zitto un attimo, per favoreee», oppure passare dal grande classico «Ti prego, di' "mamma"» a «Smettila di chiamarmi per ogni cosa!». Un libro divertente e identitario, che svela quanta energia e quanto amore stanno dentro le giornate delle mamme italiane.
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