Storia degli ebrei di Roma. Dall'antichità al XX secolo
Una storia avventurosa, ventidue secoli costellati di lotte per affermare il diritto alla propria identità e alla libertà e, in qualche caso, alla sopravvivenza «Avendo saputo che, stamane, i tedeschi hanno fatto una retata di ebrei, ho pregato l'Ambasciatore di Germania di venire da me e gli ho chiesto di voler intervenire a favore di quei poveretti. Gli ho parlato come meglio ho potuto in nome dell'umanità, della carità cristiana. L'Ambasciatore, dopo alcuni istanti di riflessione, mi ha domandato: "Che cosa farebbe la Santa Sede se le cose avessero a continuare?". Ho risposto: "La Santa Sede non vorrebbe essere messa nella necessità di dire la sua parola di disapprovazione".» - Cardinal Luigi Maglione, segretario di Stato Vaticano, ottobre 1943 La lunga storia della comunità ebraica romana, la più numerosa e antica d'Italia, è segnata soprattutto dai rapporti con la maggioranza cristiana della Città Eterna: un'alternanza di fasi di inclusione ed esclusione, emarginazione e integrazione, con momenti di feroce discriminazione e persino sterminio. Le «leggi razziali» del 1938 e la deportazione ad Auschwitz di oltre 2000 ebrei romani ne costituiscono solo l'ultimo esempio. In questo libro Riccardo Calimani completa l'indagine sulla comunità ebraica romana, non limitandosi alle vicende otto-novecentesche già esplorate, ma andando alla ricerca delle origini, nei secoli, di quella relazione tra la minoranza giudaica e il resto della popolazione romana, spesso drammatica ma anche fertile di reciproco arricchimento culturale e spirituale. Dai consoli romani a Pio XII (a cui Riccardo Calimani dedica un'ampia e lucida analisi), passando per la nascita del cristianesimo, il lungo Medioevo, le crociate, la fondazione del ghetto, i fulgori culturali del Rinascimento e l'oppressione controriformista, fino alla partecipazione degli ebrei al Risorgimento e alla Grande Guerra: è una storia avventurosa e, per molti aspetti, tormentata, ventidue secoli costellati di lotte per affermare il diritto alla propria identità e alla libertà e, in qualche caso, alla sopravvivenza. La speranza dell'autore è che questo racconto «sia fonte di ispirazione, affinché tutti i popoli, nessuno escluso, in ogni parte del mondo, sappiano trovare la via della concordia e della giustizia, e possano vivere insieme su questa terra, se non con gioia, almeno in pace fra loro».
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