La cassa aperta. Un nuovo caso per Hercule Poirot
Come nel miglior Cluedo, un'anziana scrittrice, aristocratica irlandese, invita alcuni amici e sconosciuti - tra cui Hercule Poirot e Edward Catchpool, ispettore di Scotland Yard - nell'austera dimora di Lillieoak. Ha deciso di cambiare il suo testamento in modo alquanto bizzarro e lo farà davanti ai suoi ospiti. "Ciò che ho intenzione di dirvi risulterà scioccante", così la prima frase che pronuncia Lady Athelinda Playford, lei che ha l'abitudine di scrivere i propri libri come se "fossero trombe d'aria" e il vezzo di lasciarli in ogni angolo della casa, "pagine spiegazzate con i bordi arricciati e gli angoli puntati in ogni direzione". Insomma intrighi di carta che non hanno "niente di vagamente rettangolare". E tutto questo al cospetto di Hercule Poirot, proprio lui, "l'ometto preciso" - parole di Agatha Christie - "con la mania dell'ordine, della simmetria e una netta propensione per le forme quadrate". Un acerrimo nemico del caos, Poirot, che intuisce subito che dalla lettura del testamento nascerà qualcosa di tragico. E in queste cose l'investigatore belga è infallibile, passano poche ore e il corpo senza vita di un ospite viene trovato. Tutti sono sospettati. E un caso di omicidio che sfugge a ogni logica e in cui mille sfumature si intrecciano: la mezza frase detta da uno dei presenti, la sfrenata avidità dei cacciatori di eredità , un enigmatico verso del Re Giovanni di Shakespeare che racconta di un "gioiello di una vita", di una "vita rubata", di una "mano sacrilega".
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