Tutto o niente. La mia storia

Tutto o niente. La mia storia

A più di trent'anni dall'urlo di Madrid, Marco Tardelli racconta senza reticenze alla figlia Sara la sua storia, nata da una passione assoluta e totalizzante come il primo amore, che nessun ostacolo, nessun rifiuto, è mai riuscito a spegnere: il calcio. L'infanzia passata tra i monti della Garfagnana e la periferia di Pisa, le prime partite all'oratorio di padre Bianchi, che alimenta il suo sogno, contrastato invece dai genitori; i soldi guadagnati durante le vacanze estive come cameriere e i deludenti provini per club di serie A. Poi, a soli 20 anni, dopo aver indossato le maglie di Pisa e Como, Marco approda alla Juventus di Gianni Agnelli e Giampiero Boniperti, con la quale in dieci anni conquista un'impressionante serie di vittorie. Nel mezzo, la gloriosa carriera azzurra con la Nazionale di Enzo Bearzot nell'entusiasmante spedizione in Argentina (1978), in quella trionfale in Spagna (1982) e in quella sfortunata in Messico (1986). E quando l'avventura con il calcio "giocato" sembrava finita, un'inattesa carriera da allenatore condotta con alterne fortune. "Tutto o niente" è anche e soprattutto la storia dell'uomo Tardelli, "nato alla buona", di natura ribelle e con un "cromosoma contadino", e dei turbolenti ma inossidabili rapporti con i figli, Sara e Nicola, e le donne della sua vita. Una vita vissuta sempre di corsa, in campo e fuori, ma senza sbandamenti. «Ho lottato per il mio sogno da solo, senza l'aiuto di nessuno. Come regalo ho avuto il talento, tutto il resto me lo sono guadagnato passo dopo passo, centimetro per centimetro».
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