Il nono giorno della creazione. La nuova rivoluzione delle scienze della vita
"I segreti della vita sono ormai tutti noti. Restano da chiarire molti dettagli, non certo facili, ma in fondo dettagli. Non mi sembra che questo possa veramente interessarla." La considerazione di Jacques Monod, rivolta a un giovane Piattelli Palmarini ancora indeciso sulla direzione da dare ai suoi studi, è rivelatrice della visione che gli scienziati avevano della biologia e della genetica all'inizio degli anni Sessanta del Novecento. Serpeggiava, infatti, tra i giganti della scienza di quel periodo "una soddisfatta sensazione di fait accompli": tutto ciò che doveva essere scoperto era stato scoperto, gli obiettivi da raggiungere, raggiunti. L'"ottavo giorno della creazione", secondo la felice formula coniata da Horace Freeland Judson, volgeva al termine. Sarebbe però sbagliato credere che coloro che sono venuti dopo le straordinarie scoperte descritte nel classico libro dello storico della scienza americano - prima fra tutte la decifrazione del codice genetico - siano solo nani sulle spalle dei giganti. Lo dimostra ora Massimo Piattelli Palmarini con "Il nono giorno della creazione", un titolo che è al contempo un omaggio e una dichiarazione d'intenti quanto mai esplicita. Iscrivendosi nel solco tracciato dal suo predecessore, e muovendosi con l'abilità del divulgatore tra approfondimento specialistico e narrazione esplicativa, l'autore illustra i nuovi quadri concettuali che dominano il "nono giorno" – e l’evo-devo, l’epigenetica, lo studio del micro bioma, per citarne solo alcuni – e le innovative tecnologie che li hanno resi possibili inaugurando l’era della medicina personalizzata. Nel dare conto del contesto in cui sono avvenute alcune rivoluzionarie scoperte del più recente passato, nonché degli esperimenti attualmente in corso “Il nono giorno della creazione” si presta a essere letto non solo dagli addetti ai lavori come il resoconto più aggiornato sulle ultime frontiere della ricerca scientifica, ma anche a chi è semplicemente curioso di verificare l’adagio secondo cui la scienza è da sempre il risultato di un’alchimia misteriosa tra genio e fortuna. Dimostrando alla fine di non essere arrivato poi così tardi, il ricercatore italiano, che un tempo era stato invitato a desistere dai propri esperimenti, è riuscito a spiegare perché molte delle conquiste di cui siamo oggi testimoni “fossero allora impensabili, perfino per uno scienziato del calibro di Monod”.
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