Chiamami anche se è notte
1986. Una ragazza, un ragazzo, una cagnetta che ha il nome della prima lanciata nello spazio: è la notte del 6 gennaio e la loro bambina sta per nascere. Intorno a questo evento si raccoglie una folla domestica. Nonni che scrivono acrostici, nonne che hanno il compito di scegliere nomi: sono loro le sentinelle che sorvegliano, scandiscono i minuti, sanno tutto da prima, da sempre. Futura nasce, Laika si ammala. C'è sempre qualcosa che finisce, per qualcos'altro che inizia? 1996. E la notte dell'Epifania, la bambina ha dieci anni, è una piccola nuotatrice con tutto il futuro davanti e tanto coraggio nelle gambe. Il regalo che sta per aprire non è un dono qualunque. E un regalo che respira. Sporco, malato, scheletrico - un cucciolo di cane che forse non supererà la notte. La bambina chiude gli occhi, mentre sua madre pensa a tutte le cose che cominciano mentre altre finiscono. 2011. Di nuovo una ragazza, un ragazzo, un cane. Di nuovo la notte dell'Epifania e ancora un'attesa. I ragazzi si sono appena scambiati un po' di passato, stanno per cominciare qualcosa, mentre qualcos'altro intorno si spegne, e per sempre. Ma forse può, deve andare solo così: come gennaio, che inizia dalla fine, dove dicembre e un vecchio anno lasciano il passo al nuovo.
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