Come si dice addio
Grecia, una zona anonima e inospitale. Uno stage della Comunità europea e un gruppo di ragazzi che non sanno con esattezza cosa li aspetta. Ma ognuno di loro ha una buona ragione per partire. Smarcarsi da una situazione sentimentale bloccata, scappare, o soltanto seguire l'idea che qualcosa è meglio di niente. Una volta arrivati però si troveranno davanti un compito del tutto imprevisto: ammazzare il tempo standosi addosso e dovendo fare i conti con se stessi. Una ragazza ha trovato un suo modo per gestire la convivenza e il quotidiano vuoto: corre e osserva. Youth Center, la spiaggia, le residenze dei ragazzi e delle ragazze, le strade e le botteghe in cui si parla una lingua percepita ma mai davvero compresa, diventano lo sfondo di alleanze e scontri, lo spazio in cui le linee di un'intricata geometria esistenziale si sfiorano, si incrociano o collidono. Questi giovani non vivono in una messa in scena televisiva, non c'è nessuno che possa rimandarli a casa o conferirgli il successo. Eppure, come i protagonisti di un reality, sembrano muoversi sempre in cerca di approvazione, dell'"amore degli altri". Ma i loro conflitti e abbracci, gli sfoghi eccitati dall'iso lamento e dalla deportazione in un luogo estraneo vengono registrati solo furtivamente da una di loro. Quella ragazza che più tardi, quando tutto è finito, si metterà a raccontare.