La linea blu
E' lunga 4.219.500 centimetri ed è dipinta sulle strade di New York: indica la traiettoria più breve per attraversare i 5 distretti della città, prima di tagliare il traguardo della maratona nel cuore di Central Park. Per i maratoneti c'è da affrontare il terribile muro delle venti miglia, sperimentare un'estasi pericolosa che li accompagna fino a Manhattan. Meno di quattro ore, è il risultato che si è prefissato Max, architetto, che ha deciso di correre la Maratona di New York, come per prendere simbolicamente possesso della città. Il romanzo prende spunto dalla descrizione molto precisa della corsa, per raccontare tutte le emozioni, i pensieri che si susseguono nella testa di Max. Ma le corse e le storie si intrecciano e si richiamano: le ineguaglianze urbane visitate a passo di corsa si mischiano col ricordo di un'altra corsa che risale a decenni prima: la fuga attraverso le montagne del Jura svizzero di un giovane militante antinuclearista che aveva appena fatto saltare la villa di un magnate della stampa tedesco... La maratona diventa quindi un occasione per ricordarsi del suo passato per fare un punto sulla sua vita presente, è un momento di verità, un fare i conti con se stesso malinconico, onesto e struggente.
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