Canti territoriali
Con un'energia inquieta e sempre rinnovata, con prodigiosa costanza. Pier Luigi Bacchini amplia e approfondisce in questi "Canti territoriali" la sua accanita perlustrazione della tremenda concretezza del mondo. Non lo scoraggia la consapevolezza della nostra umana transitorietà, del nostro esserci ma "senza via di scampo", e come attratto da un magnetismo naturale o spinto da un dovere ineludibile osserva torme, registra ritmi e sonorità, bellezze millenarie e orrori. Il lettore viene così a trovarsi a sua volta calamitato dalle innumerevoli presenze di cui il poeta è visionario testimone, e lo segue affascinato nell'intrico dei suoi percorsi. Con apparente freddezza, con l'asciuttezza d'accenti del naturalista. Bacchini riesce a introdurre sulla pagina figure di epico risalto. Ecco allora la balena azzurra, le montagne diaman-tifere. il rettile del male, i filarmonici uccelli, le architetture degli alberi, gli astronomici migratori o gli altipiani d'alghe.
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