District and circle

District and circle

C'è un luogo che costituisce per Seamus Heaney l'ambiente ideale per la sua scrittura, un cottage a lui caro, al quale è legata e nel quale nasce la composizione di questi versi. Perché Glanmore Cottage è il luogo dove rigermoglia per lui il ricordo e dove si intreccia con la visione della realtà circostante, quotidiana o già assorbita dalla storia, come ad esempio accade in quella libera versione da Orazio in cui si afferma, con evidente riferimento all'11 settembre: "Tutto può accadere, le torri più alte // essere abbattute". Quel cottage è il luogo del ritorno, nel segno di una circolarità dell'esistenza indicata anche dal titolo di questo libro, "District e circe", appunto. Ed è il luogo in cui l'occhio del poeta ancora una volta si sofferma con attenzione e cuore sulle cose, sugli stessi umani meccanismi che appartengono alla sua storia di lavoro e dedizione, di civiltà e fatica, che rimandano a "tempi di mani nude / e ghisa". Seamus Heaney, dunque, ha uno sguardo particolare e vivissimo su ciò che è materia, su ciò che appartiene al tempo. Ma come dice bene il suo traduttore, Luca Guerneri, nella postfazione, questo poeta "sa impastare il peso del tempo" con ciò che invece si pone come "fuori dal tempo". E sa dunque coniugare peso della materia e leggerezza, realizzando momenti di "una levità simile a quella trovata da Constable in certi suoi studi di nuvole o negli appunti sempre dedicati alle nuvole nei diari dell'amatissimo Hopkins".
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