Le ombre lunghe del Novecento. Perché la storia non è finita
Secondo una famosa definizione dello storico Eric J. Hobsbawm, il Novecento è stato il "secolo breve": iniziato con la Rivoluzione russa, sarebbe infatti finito nel 1989, con il crollo del muro di Berlino. I problemi globali dei nostri anni (la minaccia del fondamentalismo islamico e lo scontro di civiltà, la crisi di identità dell'Europa e dell'America di fronte all'emergere di Cina e India, la tensione sui mercati finanziari e delle materie prime) sarebbero, secondo questo punto di vista, distintivi dei primi decenni del terzo millennio, ormai molto lontani dagli scenari novecenteschi. Ma secondo Valerio Castronovo, importante storico della contemporaneità, le cose non stanno affatto cosi. Nella sua illuminante analisi delle paure e dei pericoli del nostro tempo, lo studioso mostra il lato nascosto del XXI secolo: nelle sue linee di forza e di frattura e nei suoi momenti di difficoltà, il momento storico in cui viviamo non sarebbe affatto diverso da quello che ci siamo lasciato alle spalle; al contrario, sono i problemi mai sciolti del Novecento che tornano a perseguitarci, perché non furono risolti né dalla caduta della cortina di ferro, né dal trionfo della globalizzazione dei mercati. In una serie di brevi capitoli che affrontano le nostre paure più urgenti, Castronovo illumina il nostro passato con una luce potente, in grado di mettere in risalto "le ombre lunghe" che le questioni lasciate in sospeso nel secolo scorso proiettano minacciosamente sulla vita di tutti noi.
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