Io, ciccione
Abbandonato da piccolo durante la sua infanzia in Kansas, Roscoe "Ciccione" Arbuckle riscuote i suoi successi dapprima sui luridi palcoscenici dell'avanspettacolo e poi sugli schermi di quella incredibile novità che è il cinema. Al culmine della popolarità - negli anni tra il 1913 e il 1921 - era assai più famoso di Chaplin tanto che divenne il primo attore cinematografico a guadagnare più di un milione di dollari l'anno. Ma nel 1921 venne accusato dello stupro e dell'omicidio di un'attrice a nome Virginia Rappe, che Roscoe aveva incontrato in occasione di una festa a San Francisco e che morì pochi giorni dopo. Benché alla fine sia stato assolto, Arbuckle vide la sua carriera rovinata dalle violentissime e velenosissime accuse da parte della stampa che individuò in lui il perfetto bersaglio di una campagna moralizzatrice contro la scandalosa dissolutezza di Hollywood. Stroncato a causa di un crimine non commesso, demonizzato dagli ambienti conservatori che non si stancavano di additare quella vicenda come emblematica della malvagità dello show business, Ciccione Arbuckle ha avuto il maledetto privilegio di essere la prima celebrità moderna al centro di un caso che ha fatto scorrere fiumi di inchiostro e che ha fatto discutere, chiacchierare, delirare un'intera nazione. Jerry Stahl conosce molto bene il mondo di Hollywood. Ne conosce le luci e le ombre perché di quel mondo fa parte come sceneggiatore e perché ha potuto sperimentare sulla propria pelle la crudeltà e la ferocia della Mecca del Cinema. In questo romanzo narra la storia dalla prospettiva di Arbuckle e crea un ritratto nerissimo e affascinante della prima superstar del cinema e del primo scandalo della storia di Hollywood.
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