La parte della fortuna

La parte della fortuna

Nico Djuric è un avvocato. O meglio, dovrebbe esserlo. Ma la vita tra tribunali, scartoffie e legalità gli appare impossibile. E lo stesso vale anche per i suoi quattro amici, quelli con cui condivide, fin da piccolo, ogni cosa. Cresciuti tra le grigie vedute della zona industriale di Venezia, si muovono a loro agio tra le pieghe di un'economia di mercato dove il loro lavoro, qualsiasi lavoro, vale poco o niente. Sono precari per condizione e per scelta, come dice Nico. E per scelta fondano una strana cooperativa, la Barbagialla, che arrotonda le entrate con furti, scassi e altre attività illecite. Nico e i suoi viaggiano a vista su quel crinale incerto che divide la legalità dall'illegalità, in un mondo dove niente è più ambiguo di questa separazione. Ma non coltivano nessuna idea di "sol dell'avvenir". Per loro, l'unico sole che vale la pena di vedere è quello che riesce ogni tanto a bucare il cielo paludoso di Marghera. E la loro è una sfida quotidiana che somiglia più a quella per sopravvivere in una giungla che alla lotta di classe. Poi succede che uno di loro, Alex, un clandestino, una notte disgraziata viene arrestato e internato in un Cpt, centro di detenzione per migranti. Questa fatalità porterà la cooperativa a imboccare una strada contorta e pericolosa, che potrebbe essere senza uscita. Un'inedita alleanza si rende necessaria per affrontare un compito così gravoso. Ma questo è anche il momento delle verità. Ognuno ha un passato, e il passato di ognuno, come in ogni comunità grande o piccola, diventa il passato di tutti. Il risultato è un viaggio che attraversa molti mondi, e sono le linee di fuga a tracciarne i contorni più veri."È noir di lotta, questo di Luca Casarini, scritto nella foresta di Sherwood del tempo presente. Duro e precario, spavaldo e fuggitivo, racconta la rivolta e l'arte di arrangiarsi, gli esili quotidiani e le quotidiane costituenti della vita. Sullo sfondo, pronta a ghermire, la Storia. Ci provi pure. Avrà pane per le sue fauci, dicono quelli che sempre accantonano 'la parte della fortuna'". (Gianfranco Bettin)
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