Qualcuno con cui giocare
Milano, primo weekend d'agosto. Michele, manager di cinquant'anni, ha spedito moglie e figli al mare. Per la prima volta da quando è sposato, si ritrova completamente solo nella metropoli vuota e incandescente, senza 'neanche un prete per chiacchierare'. I raggi di luce che filtrano dalla tapparella gli ricordano il primo sabato d'agosto del 1969. Un giorno indimenticabile, perché unico nella sua esistenza. Quel giorno, infatti, anche l'ultimo dei suoi amici era partito per le vacanze. Senza il solito giro di compagni, Linù è costretto a varcare la soglia delle abitudini per trovare come passare il tempo. E proprio questa ricerca lo porta a vivere quindici giorni di un'estate che si rivelerà decisiva nella sua formazione: l'estate in cui un ragazzino della provincia milanese scopre il profumo del sesso e le meravigliose strade dell'amicizia. Per il suo esordio narrativo, Linus, direttore di Radio Deejay, ha deciso di raccontare l'emozionante passaggio dall'infanzia all'adolescenza in una storia inventata ma chiaramente autobiografica. Sullo sfondo c'è l'Italia di periferia degli anni Sessanta descritta nella sua struggente semplicità e bellezza. Anni in cui i ragazzini facevano principalmente due cose: infinite partite di pallone e altrettanto interminabili giri in bicicletta. Un'Italia senza PlayStation e con poca televisione, in cui bastava poco per stupirsi ed emozionarsi: il rombo di una moto o la nascita di una cucciolata di gatti. Un luogo e un tempo in cui tutto era da conquistare e quindi tutto si poteva trasformare in avventura: bastava avere un pomeriggio libero davanti a sé e qualcuno con cui giocare.
Momentaneamente non ordinabile