Contro i giovani. Come l'Italia sta tradendo le nuove generazioni

Contro i giovani. Come l'Italia sta tradendo le nuove generazioni

L'Italia è certo il paese occidentale più protettivo nei confronti dei propri figli. Siamo una delle società in cui il sostegno delle famiglie ai giovani è più forte e in cui la permanenza dei figli tra le mura della casa in cui sono nati è più lunga. Ma il risultato di questa condizione eccezionale è che proprio gli italiani, che tanto sembrano fare per i loro discendenti, sono, fra tutti i paesi sviluppati, il popolo che più sta agendo contro i giovani. È una situazione paradossale, ma è davvero così: l'amore sterminato dei genitori italiani per i propri figli non ha frenato la più massiccia redistribuzione di risorse dalla generazione dei figli a quella dei genitori di cui si abbia traccia in epoca recente. In poco più di dieci anni abbiamo raddoppiato il nostro debito pubblico e promesso pensioni molto generose, nonostante il calo della fertilità e l'allungamento della vita: su ogni giovane italiano oggi gravano 80.000 euro di debito pubblico e 250.000 euro di debito pensionistico. Lo abbiamo fatto non tanto per costruire infrastrutture, migliorare la qualità dell'istruzione o della vita nelle grandi città, ma per pagare pensioni di invalidità a volte di dubbia assegnazione, creare posti pubblici spesso inefficienti, concedere baby pensioni e generose pensioni di anzianità, cedere alle pressioni di rappresentanze di interessi specifici e di breve respiro. Insomma, pensiamo molto ai nostri figli, lottiamo per assicurare loro un buon futuro, ma non pensiamo per nulla ai figli degli altri, vale a dire ai giovani in quanto tali. Come dimostrano Tito Boeri e Vincenzo Galasso, questa combinazione di altruismo privato e di egoismo pubblico è diventata un freno molto forte alla crescita del paese e rappresenta una pesante ipoteca sul nostro futuro. E infatti l'Italia, messa a confronto con i suoi concorrenti europei, mostra di aver già iniziato a perdere slancio. Esiste una soluzione? La soluzione, secondo Boeri e Galasso, potrebbe dipendere, prima di tutto, dal coraggio dei quarantenni di oggi. Per la cosiddetta 'generazione di mezzo' è infatti arrivato il momento di prendere posizione e di imboccare la strada che porta ad alcune riforme essenziali. Riforme del mercato del lavoro, del mondo delle professioni, dei servizi, del sistema pensionistico e del welfare. Ma anche di sostegno alla maternità e a favore del merito, in ogni ambito e a ogni livello. Tutte scelte difficili, ma di certo non più rinviabili. Perché è solo prendendo una posizione a favore e non contro i giovani - di quelli che già ci sono ma anche di quelli che verranno - che il nostro paese può tornare a essere davvero grande.
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