Piano inclinato

Uno dei primi ricordi dell'infanzia di Stefano è quello del padre con indosso l'alta uniforme dei gerarchi fascisti: il piccolo resta sbalordito, in bilico tra spavento e ilarità. Non sa che questa esperienza primaria segnerà tutta la sua esistenza, caratterizzata dal desiderio di comprendere ed esorcizzare le passioni e gli istinti profondi che muovono gli individui. Lungo il piano inclinato della sua vita le prove saranno molte: fare i conti con il fallimento e la nostalgia dei padri sarà solo il primo passo per costruire un cammino autonomo attraverso un mondo che cambia sempre più velocemente. La formazione politica e ideologica di Stefano si accompagna a quella sentimentale, costellata di incontri con donne sensuali ma spesso insensibili, stillo sfondo di una Roma inconsueta e inquietante, nelle cui pieghe si nascondono botteghe di cimeli bellici e sontuosi appartamenti abitati da sceicchi, magistrati, avvocati corrotti, bibliofili appassionati. La vicenda di un uomo s'intreccia a ogni passo con quella di un Paese, l'Italia, che è l'altro grande protagonista di questo romanzo: ne emerge un affresco ricco di luci e di ombre, dipinto da un punto di vista eccentrico e perciò ancor più acuto e illuminante. Un Paese che si lascia alle spalle gli anni bui del Ventennio e della guerra ma che rischia di cadere in piccole e grandi miserie quasi peggiori, un'Italia in cui spesso trionfano l'indifferenza, la malafede e la malintesa furbizia - ma anche un luogo in cui un giovane pieno di speranze e d'intraprendenza può sperimentare mille strade e continuare a sognare la felicità. Quella che, forse, permetterà a Stetano di vivere finalmente 'con occhi puliti' al fianco della giovane Amelia... Un cammino di formazione per molti versi accidentato e 'scorretto', che approda a una superiore consapevolezza anche attraverso la scrittura tersa e concreta, lo stile asciutto di Caccavale, capace di andare dritto al cuore delle cose.