Il canto della missione
Bruno Salvador, detto Salvo, ha alle spalle una storia molto particolare. "Figlio del peccato" di un missionario irlandese e di una ragazza congolese, dopo una sofferta infanzia trascorsa in un istituto religioso nella provincia del Kivu è stato cresciuto in Inghilterra, dove ha perfezionato i suoi studi e si è perfino sposato con una giovane giornalista in carriera. A ventotto anni, Salvo è uno stimato e richiestissimo interprete di lingue africane, delle quali conosce le più sottili sfumature, e sono in molti a richiedere i suoi servigi, compreso il governo britannico e le sue agenzie, anche le più segrete. E' proprio per conto di una di queste che viene spedito su un'isola nel Mare del Nord per fare da interprete a un incontro segreto tra un consorzio internazionale di investitori e alcuni Signori della Guerra provenienti dal Congo. E da quel momento l'esistenza di Salvo prenderà una drammatica piega. All'inizio, infatti, la riunione sembra ispirata dalla volontà di rendere la nazione africana un luogo in cui i principi del libero commercio possano trovare sviluppo nell'ambito di un graduale e necessario processo di democratizzazione. Ma ben presto il giovane interprete sarà costretto a fare i conti con una triste verità popolata di voraci affaristi che considerano l'Africa terreno di conquista, governi corrotti, collusioni e bieche cospirazioni finalizzate alla gestione del potere. E per lui si tratterà di decidere tra la fedeltà assoluta alla Corona e alla propria coscienza. Con "Il canto della missione" John le Carré torna agli argomenti già affrontati nel "Giardiniere tenace" - dalle contraddizioni della modernità, allo scellerato esercizio della politica piegata agli interessi delle multinazionali, alle trame a danno dei più deboli - e costruisce un appassionante romanzo in cui i temi dell'impegno civile si mescolano alla movimentata suspence del thriller e della spy story, con l'abilità che ha reso questo autore un maestro riconosciuto della narrativa contemporanea.
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