Cattolici, pacifisti, teocon. Chiesa e politica in Italia dopo la caduta del Muro
L'Italia è l'unica grande nazione dell'Occidente la cui unificazione si è fatta contro la volontà della Chiesa, tanto da attribuire una forte colorazione anticlericale al "Risorgimento". Queste peculiarità della nostra storia nazionale hanno a lungo condizionato le relazioni fra religione e lotta politica e hanno richiesto anni di sforzi da entrambe le parti per giungere a ricucire lo strappo allora determinatosi. Con la fine della guerra fredda e la crisi delle ideologie, che rompe gli argini delle tradizionali famiglie politiche e propone nuove sintesi prima inimmaginabili, il rapporto fra Chiesa e politica cambia anche in Italia: oggi il cavouriano "libera Chiesa in libero Stato" non copre più una realtà in continuo mutamento e il rapporto fra laici e cattolici è tutto da ridefinire. Questo processo è stato innescato dalla somma di due svolte storiche: la fine, in ambito nazionale, del partito unico dei cattolici e la sfida mondiale lanciata contro l'Occidente a partire dagli attentati terroristici dell'11 settembre 2001. Proprio da quella data si assiste nella società occidentale a un vero e proprio risveglio spirituale, che sembra invertire la tendenza fino ad allora dominante verso la secolarizzazione. Fanno la loro comparsa i "teocon", termine usato per indicare "l'inedita miscela di conservazione e innovazione, di laicità e tradizionalismo sviluppatasi all'ombra della difesa dell'Occidente e della consapevolezza del ruolo giocato nella sua storia dal cristianesimo", e torna di attualità il dibattito sui temi etici, in particolare quelli legati allo sviluppo di scienze e tecniche biomediche. Lo schema della separazione netta fra religione e politica vacilla nell'intera Europa, mentre si afferma una concezione più "anglosassone", per la quale la religione diviene un elemento sociale diffuso con cui tutti i soggetti politici sono chiamati a fare i conti e che, proprio per questo, non produce scelte politiche unitarie. In altre parole, la religione esce dall'ambito strettamente privato ed entra con forza nel discorso pubblico. Gaetano Quagliariello ricostruisce con acume e originalità questi recentissimi passaggi epocali e spiega perché respingere una simile occasione di dialogo come un'"ingerenza clericale" non solo sia antistorico, ma potrebbe persino configurarsi come un contributo fornito al declino di una civiltà.
Momentaneamente non ordinabile