Tutto quello che fa male ti fa bene. Perché la televisione, i videogiochi e il cinema ci rendono intelligenti

Tutto quello che fa male ti fa bene. Perché la televisione, i videogiochi e il cinema ci rendono intelligenti

In un film di Woody Allen di alcuni anni fa, che può ormai essere considerato un classico, "Il dormiglione", un gruppo di scienziati del 2173 si domandava stupito come fosse possibile che la gente del ventesimo secolo non avesse compreso le straordinarie proprietà nutritive delle torte alla crema e delle merendine. Allo stesso modo, e senza essere gli scienziati del futuro di un film comico, oggi dobbiamo prendere atto di uno strano fenomeno: i videogiochi e la televisione ci rendono più intelligenti, anche se abbiamo sempre pensato il contrario. I videogiochi sono diventati negli ultimi anni uno dei settori più fiorenti del business dell'intrattenimento, superando di gran lunga Hollywood e i suoi fasti, e appartengono ormai all'esperienza quotidiana di ogni adolescente. La televisione ha invaso le nostre vite in maniera irreversibile e a un primo sguardo ci sembra traboccare di programmi stupidi, destinati a danneggiare l'intelligenza di chi li segue. E così, in un caso come nell'altro, ci sentiamo spesso in dovere di sconsigliare ai nostri figli di spendere troppo tempo davanti a quei "cattivi maestri", capaci, secondo un'idea tanto diffusa quanto radicata, di farci rincretinire. Eppure molti studi scientifici dimostrano che le cose non stanno esattamente in questo modo: la cultura di massa, che tanto alla svelta abbiamo liquidato come spazzatura, a volte persino come dannosa per la salute, in realtà contribuisce ad accrescere le nostre capacità intellettive. Naturalmente un videogame non potrà mai essere un libro, e neppure vuole esserlo. Ma i videogiochi, da "Tetris" a "The Sims", hanno dato prova di innalzare il quoziente di intelligenza e, in generale, di ampliare le abilità cognitive degli individui più di quanto sia possibile con la sola lettura. E allo stesso modo, se ci soffermiamo ad analizzare le serie televisive di maggior successo degli ultimi anni, come "I Simpson" o "ER", scopriamo che sono costruite secondo complessi schemi narrativi e che offrono una grande quantità di stimoli intellettuali. Steven Johnson, studioso di scienze cognitive e divulgatore degli sviluppi delle nuove tecnologie, con "Tutto quello che fa male ti fa bene" dimostra, in modo provocatorio e accattivante, che il paradossale episodio raccontato da Woody Allen non è affatto così inverosimile se si considerano i più popolari mezzi di intrattenimento. Esiste nelle nostre società una forza che sta rendendo le nuove generazioni più pronte delle precedenti ed è fatta da tutte quelle forme di divertimento di cui ci hanno sempre insegnato ad aver paura.
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