Vita precaria e amore eterno

Vita precaria e amore eterno

Il protagonista di questo libro ha quasi trent'anni ed è un precario in tutto tranne che nell'amore. I suoi sentimenti sono per Antonia Farnesi detta Toni. Per lei sarebbe disposto a qualunque cosa, anche a un crimine. Martin Bux è nato in Sicilia, a Castiglioni, un paese vicino alla base NATO di Sigonella, dove le giornate sono scandite dal rombo dei caccia militari e dai riti arcaici della comunità locale. Un luogo di miseria e di violenza, dove non c'è spazio per Martin e i suoi eccentrici genitori: il padre, cartolaio che sogna un mondo di Uguali, e la madre, che giorno dopo giorno si avviluppa in una malinconica follia fatta di preghiere e lettere scritte a persone morte da tempo. La famiglia Bux emigra così a Roma, una Roma che rivela al giovane Martin i suoi volti molteplici: dalle nuove borgate ai quartieri di moda, dal Laurentino 38 a San Lorenzo. È una Roma contraddittoria, cinica, minacciosa, ma anche mozzafiato; una città di grandi ricchezze e grande povertà, come quella con cui la famiglia piccoloborghese dei Bux è costretta a fare i conti. E Roma diventa l'universo di Martin, ormai adulto e sempre più disorientato: Martin che lavora in un 'call center' dove l'arroganza e il 'mobbing' sono all'ordine del giorno, Martin che attraversa le strade della città senza ricordare che cinquant'anni prima erano occupate dai tedeschi, Martin che urla slogan neofascisti perché solo così si sente vivo, Martin che di notte non riesce a dormire, tormentato dall'ossessione degli aerei, dal loro rombo che lo accompagna sin dai tempi di Sigonella e ha segnato il suo immaginario passando per Ustica, per il Cermis, per l'undici settembre... Ma questo ragazzo meschino, dannato, egoista, qualunquista, pornografo, è anche il ragazzo vessato, spaventato, sfruttato, di cui Toni s'innamora. E l'amore per questa donna positiva, ottimista, impegnata nel volontariato e nella politica dell'"I care", diventa l'unica ragione di vita per Martin. Una passione autentica, totale, travolgente, quasi morbosa: fino alla partenza di Toni per un periodo di lavoro in una missione africana...Con una scrittura mossa e intimamente viva, con sguardo caustico ma anche rabbia e passione, Mario Desiati racconta come la precarietà generi disperazione e la disperazione intolleranza, pregiudizio e violenza. Un reportage impietoso sulle nuove generazioni ma soprattutto un romanzo che si fa leggere d'un fiato, fino al colpo di scena dell'ultima pagina.
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