Vita della mia vita
Il pomeriggio del 24 dicembre 2004, Giò sta guidando dal litorale adriatico monfalconese verso Pordenone, diretto al reparto di ostetricia dell'ospedale. Vorrebbe poter correre, ma il traffico è lento, ci si muove a fatica. Accanto a lui, Marilina appare tranquilla - anche se si sono rotte le acque c'è ancora tempo -, finché uno spasmo di dolore intensissimo la percorre tutta, inchiodandola al sedile: è la prima contrazione. Per aggirare gli imbottigliamenti Giò è costretto a prendere scorciatoie, strade secondarie, e cominciano due viaggi, uno nel buio millenario della campagna friulana, l'altro nel passato dei due passeggeri. Nel passato recente, quello che ha visto nascere fra Marilina e Giò un amore travolgente, tanto più forte quanto più acuta per entrambi è la percezione che si tratta di una fortuna agguantata in extremis, sul traguardo dei quarant'anni; ma anche nel passato un po' più lontano, prima di questo amore potente e inatteso: nell'arco della corsa in macchina le vite di Marilina e di Giò vengono ricostruite nel loro percorso, dagli anni di lavoro in Messico di lui al segreto di lei - il vero, inconfessabile motore di tutta la vicenda. Perché il bambino che ora spinge per uscire dal ventre di Marilina ha una lunga storia ancor prima di nascere, una storia in cui scienza e natura, paure e speranze si sono inestricabilmente intrecciate: è stato concepito grazie alla FIVET, la "fecondazione in vitro con embryo transfer"...Villalta è affascinato dal tema della paternità, in tutte le sue implicazioni, da quelle più antiche agli sviluppi fino a ieri impensabili che ormai non sono più fantascienza ma cronaca, dibattito politico attuale, leggi discusse con accanimento. Temi scottanti che lo scrittore sottrae alle controversie della contemporaneità per trasformarli in racconto. Si sta aprendo una nuova frontiera nei rapporti tra gli uomini e le donne, e Villalta la esplora e la restituisce con finezza, con prensile sensibilità. Ne viene fuori un romanzo in cui la tensione dei sentimenti e il vortice delle domande abissali sulla propria identità e sul destino segneranno i giorni della gravidanza, alternando la gioia all'umiliazione, il dubbio al fiducioso abbandono.
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