Vincitori e vinti. Le stagioni dell'odio. Dalle leggi razziali a Prodi e Berlusconi
Perché l'odio è stato la tragica forza motrice del secolo passato e rischia di esserlo anche di quello presente? Perché in Italia, a sessant'anni dalla fine della seconda guerra mondiale, gli opposti schieramenti politici non sono ancora arrivati alla piena legittimazione reciproca, come dovrebbe avvenire in una società autenticamente democratica? Sulla falsariga del fortunatissimo "Storia d'Italia da Mussolini a Berlusconi", nel suo nuovo libro, "Vincitori e vinti", Bruno Vespa spazia dalla storia ai più ampi confini della cronaca e cerca di rispondere (sulla scorta di una poderosa e documentata ricostruzione bipartisan del passato italiano ed europeo) a tanti quesiti che angosciano il nostro tempo. Così, in queste pagine rivivono l'ascesa del nazismo e il fascino sinistro che Hitler esercitò su Mussolini, le vergognose leggi razziali promulgate dal regime fascista e i ricordi dei superstiti italiani della Shoah, la guerra civile che insanguinò il nostro paese e gli orrori delle stragi naziste e delle foibe, il sangue dei vincitori e il sangue dei vinti. E poi il clima d'odio in cui maturarono la scelta della lotta armata e i delitti degli anni di piombo, il fondamentalismo islamico (che trova sorprendenti ascendenze nella politica filonazista di alcuni paesi arabi) e la recrudescenza del terrorismo dopo la guerra in Iraq, con le orribili esecuzioni degli ostaggi e gli ultimi, drammatici retroscena della liberazione di quelli italiani. Naturalmente, Vespa non rinuncia al suo ruolo di testimone privilegiato delle più recenti vicende della politica italiana e, con l'abituale piglio del cronista, racconta in presa diretta l'ultimo atto dello scontro finale tra Berlusconi e Prodi in vista delle elezioni del 2006.