Come mio fratello
La storia autentica di una famiglia tedesca si trasforma in una vicenda esemplare e in un gioiello letterario nel nuovo libro di uno dei più grandi scrittori europei contemporanei. Fin dall'infanzia la vita di Uwe Timm è stata segnata da un evento tragico e per lui inspiegabile, ma solo a sessant'anni di distanza, rimasto l'ultimo membro della famiglia dopo la morte dei genitori e della sorella, si sente finalmente pronto ad affrontarlo: è la vicenda di suo fratello Karl-Heinz che si arruolò volontario nella divisione "Totenkopf" delle SS e andò a morire sul fronte russo, nel 1943, appena diciannovenne. Di quel fratello Uwe non ha quasi alcun ricordo, perché quando Karl-Heinz si arruolò lui aveva solo due anni: gli è rimasta l'immagine di un ragazzo biondo che lo solleva e lo fa volare in aria, insieme a qualche documento, un paio di foto, delle lettere ai genitori e il diario scritto al fronte, un quadernetto che non tradisce alcun sentimento. Se Uwe Timm non ha mai osato scrivere del fratello è perché questo avrebbe comportato scrivere dei genitori: perché per più di mezzo secolo sono stati loro i depositari del ricordo, e perché senza di loro Karl-Heinz non avrebbe preso quella decisione. Per tutta la vita la madre ha conservato il lutto, e il padre ha tenuto viva la rabbia con cui ha completato l'opera di idealizzazione del figlio prediletto. Rimasto solo, Uwe può finalmente cercare di capire cosa abbia significato e come sia stato possibile arrivare ad essere "come mio fratello". Può rintracciare nel lessico familiare cosa lo ha spinto ad arruolarsi nelle SS Totenkopf, e può individuare il luogo dove per anni sono rimaste annidate la colpa e la coscienza dei genitori. Può scoprire come il nazismo sia cresciuto guardando dentro la sua famiglia, dove ha attecchito e su cosa ha prosperato. Non è una resa dei conti figlia della rabbia quella che Uwe Timm ci consegna. "Come mio fratello" è al contrario un libro che nasce da un gesto di grande onestà intellettuale ed emotiva, oltre che di consapevolezza storica, scavando nella colpa e nella memoria, ritratto di una famiglia che diventa ritratto della generazione che ha reso possibile il nazismo. Il "libro di una vita", si potrebbe dire, quel genere di libro che i grandi scrittori si portano dentro per tutta la vita e che solo nel pieno della maturità riescono a mettere sulla pagina, raggiungendo una chiarezza cristallina e una sublime essenzialità. In una parola, la forza di un classico.
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