Ciao papà
Ma in che mondo viviamo? Il consumismo è sempre più esasperato: il sabato all'Ikea per esempio c'è più gente che la domenica a San Pietro, tanto che i preti hanno cominciato a rosicà: "Vuoi fà la comunione? Tiè, questa è l'acqua, questa è la farina, mòntate l'ostia!". Sono diventato un comico famoso, ma non tutto è così facile come sembra. L'altro giorno sono andato a un funerale e appena mi hanno visto mi hanno detto: "Per cortesia, non vede che c'è gente che soffre?". Quando torno a casa comunque è sempre un piacere sentire la stima dei miei compaesani, vedere il sindaco che mi consegna le chiavi: "Gabriè, spostame la macchina!". Aveva ragione lo zio quando mi diceva: "Ricordati Gabriele, la provincia è come la garza del chirurgo... ti resta dentro!". A volte mi viene la voglia di cambiare vita, tipo andare a vendere frutta in Macedonia, ceci in Cecenia, a pescare il cefalo a Cefalù, lucci a Lecce e pesce a Peschici. Ma poi penso agli affetti... Come mia moglie, che quando andiamo in giro per negozi si prova pure la moquette, mi chiede consigli e non mi ascolta, come se fossi l'Onu. Gabriele Cirilli ha scritto una lettera al padre, esilarante e dolcissima, nella quale passa in rassegna le assurdità della vita. Sotto la parrucca di Kruska infatti si nasconde un figlio tenero, ma soprattutto un comico di razza capace di trasformare ogni aspetto della quotidianità in una risata travolgente.