Ingannati e traditi. Lettere dal fronte
A partire dal suo famoso e memorabile discorso alla cerimonia degli Oscar del 2003 fino a giungere allo strepitoso successo del suo documentario "Fahrenheit 9/11", Michael Moore è stato probabilmente il critico più spietato dell'amministrazione Bush e della guerra in Iraq. Ma in questo libro Moore lascia la parola ai veri eroi della protesta: agli uomini e alle donne che combattono e hanno combattuto in Iraq e vogliono che il pubblico americano sappia come la pensano veramente sulla loro missione e sul loro comandante in capo. I soldati americani in Iraq rischiano la loro vita - secondo quanto sostiene l'amministrazione Bush - per la sicurezza dei loro compatrioti. L'unica cosa che chiedono, però, è di non essere mandati a combattere se non per ragioni assolutamente necessarie. Ma dopo aver scoperto le bugie sulle armi di distruzione di massa e sui rapporti tra Al Qaeda e l'Iraq; dopo essere stati costretti a prolungare indefinitamente la loro permanenza nel Golfo, in condizioni precarie e sottoposti a un livello di stress inaccettabile - nonostante sia passato un bel pezzo dal giorno in cui Bush proclamò "Missione compiuta in Iraq!" - questi soldati hanno qualcosa da dire. Moore pubblica anche lettere di combattenti di altre guerre, di madri, mogli, fratelli, sorelle e parenti dei soldati che ora sono al fronte. Anch'essi esprimono tutta la loro rabbia e la loro frustrazione, la loro angoscia, il loro dolore, la loro speranza e le loro preghiere. Commoventi, lucide, appassionate queste lettere rivelano in modo straordinario i sentimenti e le idee di uomini, donne, famiglie in prima linea.
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