Cameo
Questo romanzo racconta la storia di un uomo che realizza la propria identità attraverso il dialogo con le diversità. Nel suo percorso di rievocazione e autoanalisi, Nando Mortara, battezzato, ma figlio di ebrei deportati ad Auschwitz, rivive la storia di una comunità ebraica; laureato in psichiatria, descrive i suoi incontri con il disagio mentale; testimone delle sofferenze dell'emarginazione, si confronta con disadattati e handicappati; curioso del rapporto tra uomini e animali, si impegna a decifrare il mistero degli appetiti e dei comportamenti dei gatti; dovendo fare i conti con una crisi della propria salute, visita le stazioni della malattia come fossero il tracciato di una iniziazione; infine, dipinge la quotidianità di una città di provincia, attraverso rapporti su personaggi quasi anonimi e su minimi particolari di costume, trasformando, come nella tradizione yiddish, vicende drammatiche in favole ironiche. L'attitudine meditativa conduce il protagonista del romanzo a indagare sui sogni, a inviare lettere per le quali non aspetta risposta a vari interlocutori, tra cui Dio. Alla fine, dieci brevi dialoghi "leopardiani" sono i cammei emblematici dei dieci capitoli di un romanzo di straordinaria intelligenza psicologica e di avvincente fantasia.
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