Il principe nero. Junio Valerio Borghese e la X Mas
La notte del 18 dicembre 1941, le ultime due corazzate britanniche nel Mediterraneo furono bersaglio di una delle azioni belliche più audaci della Seconda guerra mondiale. Lanciati dal sommergibile 'Scirè', sei uomini su tre siluri pilotati penetrarono nel porto di Alessandria e collocarono mine sulle corazzate 'Queen Elizabeth' e 'Valiant' e sulla nave cisterna norvegese 'Sagona'. Poco dopo, tre detonazioni annunciarono il buon esito dell'operazione: i sei incursori della marina italiana erano riusciti in un'impresa tentata invano dalle forze aeree e navali dell'Asse. Comandante del sommergibile 'Scirè' era il principe Junio Valerio Borghese, cui le vittorie conseguite sul campo valsero il comando della X flottiglia Mas, l'unità navale specializzata in missioni segrete che utilizzava piccoli sommergibili e motoscafi d'assalto e si avvaleva di assaltatori subacquei (i "diavoli del mare") che marciavano sul fondo marino o pilotavano siluri. Dopo aver guidato la X Mas in importanti operazioni nel Mediterraneo, Borghese la trasformò nel centro di raccolta di tutti quegli italiani (o, come li avrebbe definiti lui, di quei "romani") che desideravano lottare contro l'avanzata del socialismo e del comunismo. Soprannominato il "Principe nero", all'indomani dell'8 settembre 1943 egli trasferì la propria base operativa nell'Italia settentrionale e organizzò un esercito privato, composto in gran parte da membri della X Mas. Arrestato da Mussolini, che ne temeva il crescente potere, venne liberato quasi subito, e continuò a guidare i suoi uomini in violenti raid antipartigiani nell'Italia del Nord e in Iugoslavia. Alla fine del conflitto, militò nell'Msi, di cui fu presidente onorario, e nel 1968 fondò il movimento di estrema destra Fronte nazionale, il cui scopo principale era, come scritto in un rapporto dei servizi segreti, "sovvertire le istituzioni dello Stato per mezzo di un golpe". In effetti, nel dicembre 1970, temendo che alla coalizione di centrodestra allora al governo ne succedesse una di centrosinistra, Borghese organizzò e mise in atto un tentativo di colpo di Stato, il cui fallimento lo costrinse a fuggire in Spagna, dove morì nel 1974. La sua scomparsa ha lasciato aperti molti interrogativi - sul coinvolgimento di parte degli apparati dello Stato e di centri di potere occulti nonché sul ruolo dei servizi segreti italiani e americani - che Jack Greene e Alessandro Massignani affrontano grazie a un'attenta raccolta di documenti e interviste, gettando una nuova luce su aspetti poco noti, e non di rado inquietanti, di un personaggio singolare e controverso che fu protagonista di episodi cruciali della Seconda guerra mondiale e del travagliato dopoguerra.
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