Ti ricordi, papà? Padri e figlie, un rapporto enigmatico
La prima 'storia d'amore' di una donna è quella con il proprio padre. Spesso è anche la più complicata. Per crescere, la bambina deve staccarsi dall'unione simbiotica con la mamma, concepire un sentimento profondo per il papà e poi accorgersi che a quel sentimento occorre porre dei limiti, altrimenti diventa proibito. La vicenda può assumere molte forme, ma nessuna che escluda una parte di struggimento e di dolore. Dal suo andamento dipenderà in larga misura quello degli amori successivi. Un padre freddo, indifferente e lontano può lasciare un vuoto che è impossibile colmare, distruggere la stima che la figlia ha di se stessa, creare in lei rancore contro tutto l'universo maschile; un padre troppo vicino e ingombrante, soffocare ogni autonomia e alimentare l'intima convinzione che nessuno potrà mai sostituirlo. Molto dunque dipende dal padre, e molto anche dalla madre, che inevitabilmente trasmette alla figlia le sue idee sugli uomini e decide quale spazio lasciare al marito perché eserciti l'arte di essere papà. Una lunga esperienza di psicoterapeuta ha messo l'autrice di questo libro a contatto con decine e decine di storie che si erano sviluppate a partire dai rapporti tra un padre e una figlia, storie diverse con esiti simili o simili con esiti diversi, rievocate ora in poche righe, ora in qualche pagina. Ma Gianna Schelotto non si limita a utilizzare i materiali resi disponibili dalla sua professione: segue anche, dall'infanzia all'età adulta, l'onda delle proprie emozioni intime, il filo commosso dei propri ricordi di figlia. Questa ispirazione personale le permette di muoversi con grande e insolita delicatezza su quel terreno minato che è il triangolo edipico.
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