Una luce nerissima
"Una parola, una breve parola, ma così potente da trasformare l'argilla in carne e in sangue" è ciò che consente a Yossel, creatura plasmata da mani umane, di esistere. Il corpo di Yossel è grande, i suoi lineamenti appena sbozzati, incerti, la sua mente, ancora incapace di articolare il pensiero, è attraversata da immagini e bagliori, come figure fantastiche proiettate sulla parete da una lanterna magica. Del resto, non può essere certo perfetta la creatura che prende forma dal soffio dell'uomo, per quanto quest'uomo possa essere reputato un maestro, un sapiente, un mago. La magia intride ogni pietra dei luoghi in cui si svolge questa arcana vicenda. È magica la città il cui castello è frequentato da astrologi e alchimisti al servizio di un imperatore trepido, allarmato da premonizioni, da segni sovrannaturali; ed è ancora più magico il ghetto ebraico nei cui vicoli stretti, nelle cui case sghembe si dice che viva un rabbino potente, più versato di chiunque nelle scienze occulte, un maestro che, quando commenta le Sacre Scritture, pare venga ascoltato anche dagli angeli. Ma Yossel, chiuso in una buia soffitta, è fonte per il suo creatore di domande che non hanno risposta: può considerarlo un uomo oppure no? È davvero più simile a uno di quegli orsi addomesticati, a uno di quegli animali portati al guinzaglio attraverso le fiere, come ritiene la servetta Miriam che a poco a poco intreccerà con lui un candido e pericoloso gioco di seduzione?Reinventato con sensibilità contemporanea, il tenebroso mito del Golem offre a Paola Capriolo spunti per affrontare temi e inquietudini profondamente moderni. In queste pagine levigate da una scrittura impeccabile sfilano quadri corruschi e atmosfere dense, un mondo buio attraversato da improvvisi squarci di luce. Una luce più nera della stessa oscurità.
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