La morte di Vishnu
Manil Suri recupera la mitologia induista e colloca le varie divinità nell'odierna Bombay, facendole rivivere in alcuni personaggi che riflettono i gruppi sociali e religiosi dell'India contemporanea. Tutti abitano in un fatiscente caseggiato di Bombay, straordinaria metafora dell'esistenza, in cui i diversi piani corrispondono ai vari gradi del cammino verso l'illuminazione. A raccontarci, nel volgere di ventiquattr'ore, volgari desideri e nobili aspirazioni dei protagonisti - da quelle più mondane di riscatto sociale a quelle più nobili di ascesi e purificazione - è lo spirito di Vishnu, vecchio ubriacone senzatetto in cui si adombra il dio della Trimurti. Straordinariamente ricco e vivace, capace di rappresentare un'India vera e inedita, "La morte di Vishnu" mostra la verve narrativa e la profonda comprensione dell'animo umano di Manil Suri, capace di giocare con superstizioni, fanatismo, crudeltà dell'apparato sociale in pagine ora suadenti e comiche, ora drammatiche e toccanti, che compongono una illuminante parabola della condizione umana.
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