Peluche
Ancora una volta Emilio Fede ha spiazzato un po' tutti. Un libro con questo titolo non se lo aspettava proprio nessuno. E invece "l'anchorman più longevo della televisione italiana", come si autodefinisce in queste pagine, ha deciso di concedersi una parentesi (apparentemente) tenera. Si è messo a rovistare nello scaffale dei ricordi, un "posto delle fragole" a forma di coniglietto o d'orsacchiotto, di micio o di procione. Il peluche, vero o simbolico, non è infatti altro che la nostra voglia di tenerezza e di riconoscenza, la memoria degli anni perduti ma comunque, sempre, riconquistati. Il peluche è quel lato intimo e infantile che i personaggi pubblici spesso tengono nascosto, dietro la porta della camera o del camerino. E che Fede, sornione e spietato, mette allo scoperto. Ma il direttore non perde ovviamente di vista neppure l'attualità e raccoglie informazioni, storie e pettegolezzi dal bizzarro e sempre più chiassoso mondo della Tv e della politica. Con penna leggera ma stile aggressivo, traccia un bilancio dell'informazione di ieri e di oggi, se la prende con i giornalisti e il loro (dis)ordine, fino a volerli rimandare "tutti a squola". E poi, come in ogni libro e in omaggio ai suoi fedeli lettori, offre i retroscena prelibati del gossip, dalla separazione di Simona Ventura all'exploit mediatico delle sorelle Lecciso. Senza comunque dimenticare gli avvenimenti della cronaca che più hanno colpito l'immaginario: dal racconto in presa diretta della tragedia dello tsunami ("in quei giorni mi trovavo in vacanza nell'atollo Madoogali"), all'incontro emozionante con i soldati italiani in missione in Iraq, con "cinquanta gradi all'ombra, l'aria secca e il vento forte del deserto". Il suo lungo matrimonio con il mondo del giornalismo ("quest'anno ho spento le mie 50 candeline") non conosce cedimenti: in compagnia del suo peluche, Emilio Fede si dimostra in questo libro un narratore abile, un cronista vivace, curiosissimo e sincero. Insomma, ancora una volta, Emilio Fede.
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