Quel che il cuore sapeva. Giulia Beccaria, i Verri, i Manzoni
"Ma che sa il cuore?" domanda Alessandro Manzoni ne "I Promessi Sposi", e risponde con ironia: "Appena un poco di quello che è già accaduto". In realtà, dalla madre Giulia Beccaria lui stesso aveva appreso che il sentimento è il sale di una vita saggia e sincera. A sua volta, Giulia aveva imparato a caro prezzo quanto può essere tormentoso vivere ignorando le ragioni del cuore. Giulia è nata nella Milano dei lumi settecenteschi, che si apre alla modernità, figlia primogenita di Cesare Beccaria, autore di un libro famoso in tutta Europa, "Dei delitti e delle pene", e di Teresa de Blasco, protagonista assoluta della mondanità cittadina. Uscita a diciott'anni dal collegio in cui era stata rinchiusa sei anni prima, s'innamora, ricambiata, di Giovanni Verri, fratello di Pietro e Alessandro, ma le ferree consuetudini dell'epoca le proibiscono di sposarlo: lui è un cadetto spiantato, lei una ragazza senza dote. Viene destinata allo scialbo Pietro Manzoni, un nobile un po' più anziano di suo padre. Ma l'amore tra Giulia e Giovanni è tutt'altro che finito: nel 1785 nasce Alessandro Manzoni, figlio 'bastardo' di un Verri e di una Beccaria. Forte e sincera, Giulia è decisa a dipanare quel groviglio di menzogne che è diventata la sua vita: lascia Giovanni, ormai cinico e infedele; chiede la separazione da Pietro; affida Alessandro a un collegio, e ricomincia da se stessa. Nel 1795 si innamora di Carlo Imbonati, gran gentiluomo, e con lui si trasferisce prima a Londra e poi a Parigi. Quando Imbonati muore lasciandole il suo immenso patrimonio, è ancora una volta sola, finché la raggiunge Alessandro, ventenne e aspirante poeta. Tra madre e figlio è un 'colpo di fulmine': entrambi bisognosi di affetto, si scoprono uniti da un legame profondo. Giulia decide che costruiranno insieme una vera famiglia, quella che non hanno mai conosciuto, e sceglie per lui la moglie ideale: la sedicenne Enrichetta Blondel. Gli anni successivi sono densi di cambiamenti: l'indifferente Giulia diventa fervente cattolica come il figlio e la nuora, e da giovane ribelle si trasforma in madre tenerissima e nonna diletta di otto nipoti. È lei ad aprire le porte della cultura francese ad Alessandro, a caldeggiarne l'ispirazione romantica e patriottica, e a sostenere con il suo patrimonio i numerosi Manzoni. A Giulia Beccaria dobbiamo delle scuse: considerata a lungo una peccatrice, un'adultera, una madre snaturata, è stata invece il pilastro di una mirabile costruzione familiare. La sua famiglia moderna, ispirata all'ideale di Rousseau e di Pietro Verri, fondata sull'affetto più che sull'interesse, su un progetto comune più che sul lignaggio, è la stessa che ancora oggi la maggior parte delle persone vorrebbe avere intorno a sé, la stessa in cui molti di noi vorrebbero avere la buona sorte di nascere e vivere.