E qualcosa rimane

Metti una di quelle sere, a festa ormai finita, in cui ci si ritrova in macchina, sotto casa, a chiacchierare con un amico. L'autoradio tenuta accesa, ma bassa. Le parole sciolte, senza filtro né vergogna. Linus propone un gioco, ma si capisce subito che è solo un pretesto perché ha voglia di parlare di sé: abbinare una canzone a ciascun anno della sua vita, fare una play list dei momenti più belli. "Girl from Ipanema", "Message in a Bottle", "Pezzi di vetro": il deejay più famoso d'Italia si lascia trascinare e ritorna all'infanzia e ai suoi esordi professionali. Viene fuori allora di quella volta che lui, Amadeus, Fiorello e Pieraccioni erano ragazzotti impacciati e spaesati a un ricevimento ufficiale in casa Berlusconi. O delle sue prime serate al Rolling Stone di Milano, quando anche i buttafuori erano diversi, non prendevano steroidi e avevano tutti la macchina targata Foggia. Le canzoni scorrono e lui finisce per confessare anche le sue passioni meno note e i suoi tanti incontri celebri: come quando a casa di Celentano, tutto a un tratto, Adriano prese la chitarra... "E qualcosa rimane" ha il sapore genuino di quelle compilation masterizzate che si regalano agli amici più intimi per condividere gusti ed emozioni. Un libro come una lunga chiacchierata davanti a un microfono, in cui Linus si rivolge a tutti gli amici sconosciuti che lo stanno ad ascoltare dall'altra parte della radio.