Tu sei la mia grazia
Johan Sletten ha alle spalle un primo matrimonio infelice, un figlio che non lo ama e una carriera di giornalista malamente finita con un'accusa di plagio. La felicità gli viene solo dalla seconda moglie, Mai, una donna molto più giovane di lui che ha portato l'amore nella sua vita. Nell'attimo in cui scopre di essere di essere gravemente malato, Johan le fa promettere di aiutarlo a morire quando verrà il momento, quando avrà perso il controllo di sé e del proprio corpo. Ma Iei risponde d'impulso con uno schiaffo. Ci vorra qualche tempo prima che acconsenta, un tempo sospeso in cui Johan vede in ogni cosa, in ogni oggetto, in ogni gesto, un segno, una domanda. Sa di essere entrato con Mai in una terra sconosciuta dove le parole si sgretolano e l'amore cambia volto. Fino quasi a ricredersi. Perché è davvero possibile cercare in quel gesto la misura dell'amore? Chi chiede 'l'estremo aiuto' vuole davvero un atto di pietà o non sta invece chiedendo di lottare per lui, più a lungo e più intensamente di quanto egli stesso abbia la forza? "Tu sei la mia grazia" è un libro coraggioso che affronta con intelligenza e limpidezza un tema complesso come l'eutanasia, parlandoci dunque, in realtà dell'amore e della morte. Per la critica norvegese, Linn Ullmann con questo romanzo si affianca ai grandi scrittori scandinavi contemporanei. Ha detto Johannes Christensen, uno dei più severi critici danesi: "Questo libro rivela un'incredibile maturità e conoscenza della natura umana, anche e soprattutto nei momenti più cupi e difficili. A parte "La morte di Ivan Il'ic" di Tolstoj, non conosco altro romanzo in cui il declino fisico e il tormento psicologico che lo accompagna vengano descritti con tanta sensibilita e precisione".
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