Requiem tedesco. Storia degli ebrei in Germania 1743-1933
Mentre la storia degli ebrei tedeschi viene di solito raccontata a partire dalla sua fine, con la loro tragica persecuzione durante il Terzo Reich, Amos Elon, in questo studio di nuovissima impostazione e limpida obiettività, ci riporta indietro di quasi due secoli e ricostruisce la vicenda degli ebrei in Germania dal 1743 al 1933. Un arco di tempo che li ha visti raggiungere traguardi culturali talmente alti da far parlare di un 'secondo Rinascimento'. La storia dell'assimilazione ebraica in questo paese, infatti, assai più che una vicenda tragica è stata quella di un bellissimo sogno di civiltà e di tolleranza che in buona parte si è realizzato. Se è vero che ai periodi di apertura illuminata se ne alternarono altri di discriminazione e persecuzione antisemita, è anche vero (e tanto più straziante) che gli ebrei tedeschi ebbero un fortissimo attaccamento alle tradizioni del paese e persino una straordinaria affinità con certi aspetti della mentalità germanica, come l'industriosità, la frugalità e la propensione alla speculazione astratta. E alle vicende dell'impero essi parteciparono attivamente, sacrificando la vita nelle sue guerre, lavorando alla sua crescita economica e culturale. Affollata è la galleria di personaggi che hanno dato un'impronta ai due secoli: da Moses Mendelssohn, che entrò a Berlino a metà Settecento dalla porta riservata "agli ebrei e al bestiame" e divenne il "Socrate tedesco", al nipote Felix Mendelsshon-Bartholdy, grande musicista; dall'amatissimo poeta Heinrich Heine a Rahel Varnhagen, musa dei salotti intellettuali ottocenteschi, a romanzieri di successo come Arnold Zweig, Lion Feuchtwanger, Emil Ludwig, o grandi rivoluzionari come Karl Marx e, alla fine del secolo, Rosa Luxemburg. Per arrivare, con il Novecento, alla clamorosa presenza ebraica in ogni campo: il pensiero scientifico con, in primo luogo, Albert Einstein, la musica con Arnold Schonberg e Kurt Weill, il teatro con Bertolt Brecht, la pittura espressionista con Max Liebermann. Senza contare i grandissimi 'cugini' austriaci: Sigmund Freud, Arthur Schnitzler, Stefan Zweig, Karl Kraus, l'austro-boemo Franz Kafka. Sono questi gli anni in cui, con Theodor Herzl, nasce anche il sionismo, che raccoglierà, assai prima dell'avvento del nazismo, i nascenti movimenti di dissenso dall'assimilazione e di adesione all'identità ebraica. Il libro si conclude con l'avvento al potere di Adolf Hitler e i primi terribili segni del crollo di un mondo. E, con tragica ironia, Amos Elon cita un'annotazione del 1942 del perseguitato studioso Victor Klemperer: "Io sono tedesco, sono gli altri che non lo sono... è lo spirito che decide, non il sangue".
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