Mi pento con tutto il cuore. La confessione
Come si può parlare ancora, oggi, del sacramento della penitenza, o della confessione, coltivando qualche speranza di trovare soltanto un poco di attenzione? C'è tutta una lunga e dura marcia di avvicinamento da compiere, per passare da una diffusa indifferenza alla scoperta del significato e del valore di Dio, di Cristo e della Chiesa. E si dica che è poco. Comunque, segua chi vuole. C'è, poi, da provocare l'intuizione della legge morale, della coscienza e della libertà. Per accettare di essere chiamati alla santità e di essere peccatori bisognosi di perdono. Se ci si riesce con l'aiuto di Dio. Ancora. Occorre entrare in un rito austero che esige di chiarirsi davanti al Signore - e al suo rappresentante - per giungere alla conversione del cuore e del comportamento. Si tengano presenti le preferenze - e certe fisime anche - della teologia contemporanea. Senza, tuttavia, dare un calcio alla saggezza e alla sensibilità cristiana che abbiamo appena appena alle spalle: in una tradizione animata dallo Spirito che arriva fino a noi. Chissà. Può essere che in fondo all'animo permanga la benedizione di un rimorso e una segreta voglia di perdono. Buona lettura. Con calma. Lasciando magari che il libro scompagini una quiete sleale e ricomponga una pace che si riceve dal Signore. Come una sorpresa aspra e dolcissima. (A. M.)
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