Luigi Sturzo. Vita e battaglie per la libertà del fondatore del Partito popolare italiano
"Dall'esilio, Luigi Sturzo non è mai completamente tornato. Rientrò, fisicamente, in Italia il 6 settembre 1946, ma i suoi scritti, il suo pensiero, il patrimonio culturale e politico che aveva costruito nei quasi ventidue anni di esilio non rientrarono con lui, non ebbero in Italia né cittadinanza né circolazione. Non per divieti, ma per noncuranza, per inconsapevolezza e talvolta anche per colposi silenzi." Così Gabriella Fanello Marcucci descrive l'oblio che fino a oggi ha accompagnato una delle figure politiche più lucide e lungimiranti del panorama intellettuale, non solo italiano, della prima metà del Novecento. Nato nel 1871 a Caltagirone, dove fu anche ordinato sacerdote, Sturzo iniziò presto l'attività di organizzatore sociale, politico e giornalista. Fu sindaco della sua città, fondò il periodico "La Croce di Costantino" e collaborò a "Cultura sociale" di Romolo Murri. Nel 1919 diede vita al Partito popolare italiano, che segnò l'ingresso dei cattolici nella politica nazionale. Nel 1924, per le sue posizioni nettamente antifasciste, fu costretto all'esilio. Per quasi ventidue anni Sturzo rimase lontano dall'Italia, prima a Londra fino al 1940, poi a New York e a Jacksonville. Durante questo periodo divenne giornalista e saggista di fama internazionale. I contatti con amici e studiosi italiani - Giuseppe Spataro, Mario Scelba, Alcide De Gasperi, Gaetano Salvemini, Francesco Saverio Nitti - si interruppero presto per la censura postale, e solo dal 1943, con la graduale liberazione del territorio italiano, Sturzo riprese gli scambi epistolari con la patria. Pensatore coraggioso, brillante saggista, polemista vivace, indicò nel rigore morale e nella piena responsabilità individuale i punti irrinunciabili della società civile. Tale convinzione lo spinse a sollevare in campo istituzionale il problema del conflitto di interessi e a battersi con vigore per la separazione delle funzioni, per l'autonomia degli enti locali, contro lo statalismo e la partitocrazia. Durante tutto il periodo 'straniero' e anche dopo il ritorno in patria non cessò mai di scrivere lettere e pubblicare articoli intorno agli argomenti più scottanti della politica italiana e internazionale, difendendo con energia le proprie scelte. La continuità di pensiero e la coerenza delle sue riflessioni emergono con chiarezza da queste pagine, dove la presunta distinzione, da molti e più volte avanzata, fra uno Sturzo del periodo 'popolare' e uno Sturzo del ritorno dall'esilio viene per la prima volta nettamente smentita. Strenuo difensore della libertà, Sturzo rivive in questa documentata biografia i passaggi salienti del suo percorso umano e culturale di uomo libero. E in uno scenario complesso e difficile come quello odierno, il suo messaggio, le sue battaglie e i suoi valori suonano straordinariamente vivi e attuali.
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