L'anima
Arriviamo sempre in tempo per la psiche, ma troppo tardi per l'anima: tale sembra la situazione dell'epoca presente che mette in opera accuratamente la rimozione dell'anima. Questa è stata ridotta a psiche di cui si occupa le psicologia nelle sue quasi infinite versioni, mentre una pratica medica legittima come la psichiatria rischia di considerare le psiche solo all'interno della 'fisica'. Per raggiungere una 'scienza dell'anima' di cui alcuni auspicano la rinascita, occorre che la scienza non perda l'anima sin dai primi passi e che sia consapevole che è impossibìle confrontarsi con una realtà così profonda e complessa solo con strumenti scientifici. La 'perdita dell'anima' è percepibile a partire dal linguaggio: il termine 'anima', risulta ancora qua e là impiegato nel linguaggio popolare, sedimentato in una lunga tradizione ricca di simboli, mentre è pressoché scomparso in quelli dell'uomo di cultura, dei media e nei saperi. Qui si parla di io, coscienza, soggettività, persona, raramente di anima, un processo che da qualche tempo interessa anche la teologia cristiana, Segnali forse di un diffuso imbarazzo intorno all'anima e al tema più gelosamente a essa collegato: l'immortalità. C'è dunque bisogno di una loro riscoperta. I contributi del volume si muovono su un terreno complesso, quasi irto, perché la 'cosa' lo è. Tre sono i poli fondamentali attorno a cui si organizza il discorso a più voci: la presenza/assenza della questione dell'anima nella cultura; la domanda sul rapporto mente-corpo; la domanda sull'immortalità dell'anima.
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