Non è colpa mia. E che sono cresciuto negli anni '70
Ricordate? Partitelle all'oratorio e telefoni col duplex, cinema parrocchiali e domeniche mattina col rumore di lucidatrice. E poi i videogiochi primordiali col Vic 20, i soldi sputtanati a Space Invaders, il Subbuteo e la sua triste sottomarca Giocagol, lo studio sui libri sottolineati dai fratelli maggiori, le penne Aurora per la Prima comunione e per Natale le piste Polistil. Non fate finta di niente: c'eravate anche voi. Intanto sullo sfondo scorreva la Storia con la esse maiuscola del terrorismo e del referendum sul divorzio, del rapimento Moro e dell'Austerity. Ma anche del mitico Mondiale dell'82, picco di unità nazionale, con la paura che Zoff non vedesse i tiri da lontano e la sicurezza che Paolo Rossi, al momento buono, non c'era modo di fermarlo. Anche Gian Luca Belardi è stato bambino e adolescente a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. E oggi, con talento umoristico e levità di scrittura, riesce a ricordarli e raccontarli, facendo il solletico alla memoria. "Non è colpa mia, è che sono cresciuto negli anni '70" è il romanzo comico di una generazione intera, un libro in cui specchiarsi e vedersi ringiovaniti di trent'anni, sorridendo di come eravamo ridicoli e bellissimi.
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