Prima di morire
Due giornate in campagna, in giugno e settembre, separate l'una dall'altra da oltre vent'anni. Al centro della vicenda un'antica casa di famiglia, la 'Cagnalupa', nella quale si consumano due brutali omicidi. I luoghi sono le colline dell'Alta Langa piemontese fra Belbo e Bormida, una terra dura, aspra, selvatica. Farinetti torna ai suoi luoghi d'origine e al noir più misterioso, favorito dall'atmosfera di straniante sospensione in cui l'estate immerge boschi, sentieri e corsi d'acqua. Lo sguardo del narratore si concentra sia sul ritmo della natura - le pagine sono percorse dagli umori della campagna, dalla cadenza lenta delle ore e dei passaggi di luce - sia sulle minime occupazioni degli uomini e delle donne: Rosa fa il bucato mentre Costanza e Adele preparano la tavola; Elisabetta ed Emanuele sono in piscina, Livio li spia da dietro un cespuglio; Oreste falcia il prato. Ma anche questa volta una buia minaccia incombe sull'apparente serenità di una famiglia. Sembra tutto così tranquillo, ma Elisabetta ha problemi di droga, sua nonna Costanza è molto preoccupata, Oreste è un uomo violento che beve e picchia la moglie Rosa e Livio, il loro figlio, è un ragazzo ritardato. Come sempre nei romanzi di Farinetti, volti conosciuti si mescolano a nuovi protagonisti, soprattutto memorabili caratteri di donne. A loro si accompagnano personaggi maschili come Emanuele, che si rivelerà l'autentico custode delle memorie familiari. Poco alla volta, con ritmo apparentemente morbido e in realtà implacabile, Farinetti tesse una trama mozzafiato e riflette sui suoi temi preferiti: l'assenza, l'enigma che intreccia i rapporti umani, il rimpianto per la perduta innocenza. E lo fa con il tono che gli è proprio, mano leggera su temi profondi, sollecitando la domanda dei lettori: qual è il confine tra consuetudine e follia?
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