La falce dell'ultimo quarto

La falce dell'ultimo quarto

Stato della Chiesa, piena Restaurazione. Nulla scuote l'atmosfera torpida della piccola città papalina in cui "gli anni sembrava fossero di mille giorni e i giorni di cento ore". Ma in casa di Bartolomeo Bartolini, ricco mercante di granaglie, non regna la pace: Giacomo, l'amatissimo nipote ventiduenne, dà allo zio un grattacapo dietro l'altro. Non solo frequenta compagnie pericolose, giovani vestiti in modo eccentrico e con simpatie carbonare, ma fugge con una cantante rossa di capelli e più vecchia di lui. Non minori preoccupazioni, anche se di tutt'altro genere, dà al mercante il figlio Orfeo, ventiseienne, che è solitario, dimesso e malinconico quanto il padre è socievole, esuberante e collerico. L'unica arma che ha Bartolomeo è il proprio testamento, e a seconda della piega che prendono gli eventi, lo scrive e lo riscrive, premiando (e punendo) ora l'uno ora l'altro erede... Immergendosi in questa storia comica e tragica, semplice e misteriosa, il lettore proverà il senso, della distanza temporale e, insieme, quello della contemporaneità; si sentirà trasportato in un'epoca lontana e la percepirà come familiare fin dalle prime righe, forse perché certe lentezze, certe atmosfere rese stuporose dall'ignavia, dal cibo saporito e pesante, dalle nebbie e dalla calura, fanno parte del DNA profondo della provincia italiana. La ricostruzione storica, accuratissima, è assolutamente inavvertibile. Tutto è osservato attraverso gli occhi dei personaggi e detto con le loro parole, che suonano, al tempo stesso, moderne e datate, colte e popolaresche. Il tema di fondo di questo romanzo avvolgente, affascinante, inesorabile è il fallimento a cui sono destinati i progetti umani. Tema impopolare ma certo non inattuale in un'epoca come la nostra, in cui l'egocentrismo e il senso di onnipotenza, accoppiati con l'insopprimibile tarlo della precarietà, partoriscono il delirio dell'immortalità attraverso la donazione. L'ossessione del testamento si può leggere, infatti, come un precedente storico di tale delirio. Il protagonista aspira a continuare a vivere nei propri discendenti, determinandone i destini attraverso le ferree disposizioni testamentarie, i codicilli puntigliosi, le formule immutabili e ipnotiche. In questo gioco d'ombre, i personaggi tendono progressivamente a dissipare la loro concretezza e la loro fisicità. A rivelarsi, alla fine, della sostanza dei sogni.
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