Portami con te
Ambientato nella provincia urbana americana intorno a un gruppo di personaggi sufficientemente bislacchi da poter ben figurare in un film di Robert Altman, "Portami con te" ci racconta dall'interno la vita di due famiglie e le loro relazioni alla vigilia del matrimonio che sta per unire due dei loro figli. Si sa che 'tutte le famiglie felici si somigliano, mentre le famiglie infelici lo sono ognuna a modo suo', e nella diversa infelicità dei Ballard e dei Foster affonda il suo sguardo lucido e tagliente Sheri Joseph, per raccontarci l'odierna complessità delle relazioni affettive e i nuovi aspetti della sessualità. E' il dolore a rendere diversi Sidra, Marcy, Paul, Curtis, sono la sofferenza, la privazione a isolarli, a far loro misconoscere i fratelli, i genitori, i figli, portandoli a cercare la pienezza là dove forse non c'è, in un bisogno sfuggente ma implacabile d'identità, un'ansia di ricerca o di fuga che preservi la loro indipendenza. Ma nelle vicende dei suoi protagonisti, tutti scandalosamente al limite di se stessi, Sheri Joseph a poco a poco fa affiorare, con luminosa passione, il ritratto dei diversi e spesso elusivi volti della salvezza. Assumendo di volta in volta la prospettiva dei vari personaggi che si alternano nel racconto, Sheri Joseph riesce nella difficile impresa di dare a un breve romanzo postmoderno l'intensità emotiva di un classico, affrontando temi scottanti come l'omofobia, l'Aids, il razzismo, il fondamentalismo religioso. E' un coro di voci quello che ci parla in queste pagine, voci suadenti e provocatorie che si uniscono nel rappresentare la nostra inquieta contemporaneità, libera e spregiudicata, alle prese con le pulsioni e i desideri di sempre, l'amore, il sesso, la fede. "Diversi scrittori si dedicano oggi all'esplorazione di questo genere di territori" ha scritto il 'New York Times', "ma Sheri Joseph si conquista una posizione personale e di spicco".
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