Faccetta nera. Storia della conquista dell'impero
Nei primi decenni del secolo scorso la parola 'Abissinia' occupava un posto di rilievo nell'immaginario collettivo degli italiani. Bastava nominarla per evocare non solo luoghi esotici divenuti mitici grazie alle imprese militari in terra d'Africa compiute dal nostro paese in epoca postrisorgimentale, ma anche un confuso groviglio di sentimenti e di desideri inespressi: la voglia d'avventura, il fascino dell'ignoto, la ricerca dell'isola felice, a cui si accompagnavano il senso di frustrazione e la volontà di rivalsa per le sconfitte subite in Etiopia negli ultimi anni dell'Ottocento, con le quali si era posto un freno al sogno di un impero coloniale. In questo clima si gettarono le basi del progetto imperiale mussoliniano che culminò nella guerra d'Abissinia del 1935. Gli stati d'animo e le aspettative di quegli anni rispetto alla questione africana offrono ad Arrigo Petacco lo spunto per ripercorrere l'intero arco dell'avventura coloniale italiana, segnata da un alternarsi di trionfi e disfatte: dalla creazione della colonia Eritrea nel 1890 alla 'vergogna di Adua' del 1896; dalle complesse vicende diplomatiche che precedettero l'invasione dell'Etiopia nel 1935 alle 'inique sanzioni' inflitte all'Italia per volere soprattutto della Gran Bretagna; dall'avanzata di Badoglio verso Addis Abeba alla proclamazione, nel 1936, dell'impero riapparso 'sui colli fatali di Roma' e alla sua repentina fine, nel 1941, con la resa agli inglesi dei nostri ultimi presidi sull'Amba Alagi e a Cheren. Intessendo il racconto di gustose notazioni sui costumi e le mode degli italiani del periodo, l'autore si sofferma in particolar modo sulla campagna d'Abissinia, la più popolare delle guerre fasciste: allora il consenso al regime raggiunse l'apice, e persino molti esponenti dell'antifascismo militante espressero la loro approvazione per quell'impresa d'oltremare con cui l'Italia riscattava il proprio orgoglio nazionale. La sua ricostruzione mette soprattutto in luce la stretta relazione esistente tra le ambizioni espansionistiche del nostro paese in Africa e il modificarsi, con la minacciosa entrata in scena della Germania di Hitler, dei delicati equilibri europei che si erano creati all'indomani della prima guerra mondiale. Differenziandosi da tanta parte della nostra storiografia che ha riservato a questa pagina di storia soltanto giudizi di condanna o di scherno, Arrigo Petacco propone la vicenda della fondazione dell'effimero impero coloniale di Mussolini in tutta la sua complessità e in un'ottica scevra di pregiudizi.