Lo stalinismo e la sinistra italiana. Dal mito dell'Urss alla fine del comunismo. 1945-1991
Una domanda ricorre spesso nella riflessione di storici, giornalisti e politici quando si occupano della storia d'Italia degli ultimi sessant'anni: nel 1948 c'era o no la possibilità di un'insurrezione comunista nel nostro paese? Abbiamo realmente corso il pericolo di diventare una Repubblica popolare e di entrare nell'orbita politica dell'Urss? Victor Zaslavsky, storico che da anni si occupa dei rapporti fra la sinistra italiana e il regime sovietico, ci mostra come effettivamente il ricorso alle armi fosse ritenuto una scelta del tutto praticabile e che se questo non avvenne fu solo perché Stalin non ne riconobbe l'opportunità politica. Infatti, se nel marzo 1948, a un mese dalle elezioni del 18 aprile, l'ala militarista del Pci avesse trovato un appoggio militare da parte della Jugoslavia di Tito, avrebbe con ogni probabilità dato il via a una rivolta armata. Ma fu proprio Stalin che, togliendo il suo sostegno politico e militare ai comunisti jugoslavi e ai loro progetti di insurrezione in Grecia e in tutto il Mediterraneo, delegittimò anche gli intenti estremisti in Italia e diede il via libera alla linea politica di Togliatti. Il complesso lavoro di ricostruzione storica e di ricerca svolto da Zaslavsky negli archivi finora inaccessibili del Cremlino restituisce con straordinaria ricchezza il fitto intreccio di relazioni politiche, economiche, ma anche umane che costituiscono la trama di questa vicenda. L'accesso a una documentazione inedita getta una nuova luce sulle funzioni dell'apparato paramilitare del Pci nel dopoguerra, arricchisce di preziose testimonianze la storia dei finanziamenti sovietici ai partiti comunisti europei, mostra il ruolo ambiguo del Psi e della direzione di Nenni, oscillante tra l'adesione al socialismo europeo e l'assenso alla politica stalinista. E soprattutto rivela i delicati rapporti intrattenuti dai dirigenti dei partiti della sinistra italiana con Stalin, che da Mosca gestiva il sottile gioco di equilibri di un paese, l'Italia, costantemente in bilico tra la scelta democratica e la svolta insurrezionale. Un intreccio raccontato con grande rigore, ma anche con la passione di chi, avendo subito in prima persona la dittatura staliniana, vive la storia come un vaccino contro ogni 'tentazione totalitaria'.