L'uomo ragno. La sfida di Venom
Per molti versi quello dei supereroi è un gioco che ha a che fare con il doppio e la doppiezza. Ci sono i segreti delle identità nascoste dai cappucci, la menzogna come metodo sistematico di occultamento di una parte della loro vita, la verità inconfessabile delle origini della maschera. Una vita scissa, sdoppiata, costantemente vigilata. Una vita doppia, piena di bugie e zone d'ombra, che può essere messa in crisi solo dall'apparizione dell'opposto in negativo dell'eroe, di per sé già ambiguo. I supereroi determinano spesso la nascita dei loro più acerrimi nemici. E' la loro stessa presenza, così strana perché avviluppata nell'arcobaleno dei costumi, a causare la nascita della nemesi altrettanto bizzarra, inevitabilmente ancora più distorta. E' un gioco a incastro di cause, casualità e conseguenze che mette in relazione Batman e il Joker, Superman e Lex Luthor, i Fantastici Quattro e il Dottor Destino, Capitan America e il Teschio Rosso e così via. Ma se il gioco, come dicevamo, è doppio, tanto da legare l'eroe e il 'villain' a un vincolo esistenziale (cosa ne sarebbe del primo senza il secondo?) allora si può anche alzare la posta, rilanciare, raddoppiare. Ecco perché i giustizieri non hanno un solo avversario, ma schiere di pretendenti al titolo. L'Uomo Ragno è uno di quei personaggi che ha avuto la fortuna di avere tantissimi supercriminali con cui confrontarsi, dall'Avvoltoio al Camaleonte, da Rhino al Dottor Octopus, e poi Lizard, Testa di Martello, Kingpin, la Rosa e mille altri ancora. Ma per tutto il periodo classico della serie, uno fra i tanti ha dominato la scena, emergendo come il nemico ufficiale: stiamo parlando di un bellissimo cattivo che si chiama Goblin, il folletto verde. Goblin è morto varie volte, ha perso la memoria tante altre, ha cambiato identità in infinite circostanze, addirittura è divenuto una sorta di stirpe maledetta. E' stato usato a tal punto da porre anche dei problemi di coerenza agli autori Marvel che, ricordiamolo, lavorano su vicende ambientate in un universo coerente nello spazio e nel tempo. Molti hanno cercato di creare un avversario all'altezza, e hanno fallito. David Michelinie, invece, ha avuto un'intuizione azzeccata, che l'ha portato a creare quello che oggi viene considerato il 'secondo' avversario dell'Uomo Ragno, Venom, che ha caratterizzato gran parte della produzione degli anni Ottanta e Novanta. Venom non è solo Eddie Brock, un uomo malvagio che odia Peter Parker perché lo ha rovinato professionalmente, ma è anche un individuo dotato di una parte dei poteri del Ragno. Spieghiamoci: verso la metà degli anni Ottanta, la Marvel decide di realizzare un'operazione inusitata e cambia il costume di Spidey. Nuovo look: via la tuta blu e rossa, sostituita da un essere alieno color inchiostro, di sostanza liquida, che aderisce come un parassita ai corpi ospiti garantendo diverse capacità straordinarie. Un alieno intelligente e malvagio, decisamente poco adatto alle virtù di un eroe, ma perfetto per elevare ai massimi gradi di crudeltà un uomo degradato. Rieccoci, di conseguenza, al tema della doppiezza degli eroi e all'idea di 'villain' come immagine speculare del virtuoso. Brock non è solo il nemico, ma è anche una versione distorta dell'Uomo Ragno. Uno indossa colori sgargianti, l'altro è nero; uno ha, in proporzione, i poteri dell'insetto da cui ha preso il nome, ma rimane pur sempre un uomo. L'altro diventa una sorta di insetto gigantesco e vive unito a un extraterrestre. C'è qualcos'altro, però. Venom è un bellissimo personaggio. Ha un'immagine potente, perché è uno Spider-Man ipertrofico e soprattutto è completamente folle. La Marvel lo ha utilizzato spesso, gli ha anche creato un solido background, lo ha reso protagonista di una sua serie e ora lo sta rilanciando in una nuova testata personale. Addirittura, gli autori della Casa delle Idee si sono creati la sua nemesi, Carnage, una versione ancora più psicotica, per continuare a dismisura questo gioco di doppi. In questo libro troverete concentrate gran parte delle avventure di Venom, quelle che hanno fatto conoscere il personaggio e lo hanno fatto diventare uno dei 'character' di successo della Marvel. Caso raro per quelli che vengono considerati i comprimari per eccellenza. I cattivi. (Dall'introduzione di Francesco Meo)
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