I mille volti del piacere
Dove nasce la sensazione del piacere? Uomini e donne la percepiscono allo stesso modo? Perché soffrire a volte non è il peggiore dei mali? Sono solo alcuni degli interrogativi che Giorgio Abraham, affermato psichiatra, affronta in questo volume, da un punto di vista teorico e sperimentale, attraverso l'analisi dei significati che il termine 'piacere' ha assunto nel corso dei secoli e il racconto di una serie di casi clinici. Come quello di Beatrice, trentenne, soddisfatta sul lavoro, un'esistenza senza particolari problemi, a cui capita di doversi precipitare a casa all'improvviso per compiere da sola, lontano da tutti, il suo rito bulimico quasi in trance. O dell'aitante quarantenne, convinto di dover ricorrere a una protesi per risolvere i suoi problemi sessuali; o, ancora, dell'appassionato di sport estremi- sul corpo molte cicatrici e i segni di diverse fratture- che ama correre a folle velocità in autostrada, tuffarsi da rocce altissime, rischiare di finire strangolato durante un rapporto amoroso. Emerge così un paradosso affascinante: il piacere è spesso più difficile da comprendere e da gestire del dolore. Abraham conduce il lettore a esplorare gli effetti del piacere e del dolore sulla nostra vita, nelle relazioni familiari e nei rapporti erotici, nell'alimentazione, nel sonno, nei sogni. Formulando ipotesi originali e proposte insolite, ci mostra come del piacere si teme l'elusività, il carattere enigmatico, il suo essere fugace e sfuggente. Ci fa paura perché tende a sfuggirci di mano, e quindi a volte gli preferiamo il dolore, più conosciuto, più ripetibile, meno bizzarro. "Non aspettiamoci di incontrare il piacere nei modi più consueti, poiché esso è essenzialmente rinnovo, scoperta imprevedibile, costante variazione. E ricordiamoci di "aggiustarlo su misura", di renderlo somigliante a ciò che siamo veramente, a ciò che siamo stati, a ciò che potremmo diventare."
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