Diari di guerra. 1914-1918
Nel momento in cui l'avventura esistenziale e poetica di d'Annunzio andava lentamente spegnendosi, ecco che la Grande Guerra offrì al Vate l'occasione per smettere i consunti abiti del divo e, indossati quelli del salvatore della patria, gettarsi, come invaso da un dèmone, in imprese che eccitavano l'uomo al pari dell'artista. Nascono così pagine nuove dove azione e poesia si intrecciano sempre più strettamente. E quel taccuino d'appunti quotidiani, che d'Annunzio aveva sempre avuto l'abitudine di stendere, si fa ora più fitto e acquista il carattere di un diario di una temperie sconvolgente. Sono note lontane dall'elaborazione calcolata e dalla celebrazione del mito delle proprie gesta tipiche delle opere più tarde, dal "Notturno" al "Libro segreto". Note che ci restituiscono l'immagine delle trincee, dei voli aerei e delle imprese per mare con tutte le passioni, le sofferenze e le debolezze che non saranno concesse all'eroe decorato nella risentita reclusione del Vittoriale.
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