Un perfetto equilibrio
"Un perfetto equilibrio" è una splendida e straziante favola sull'India moderna. Siamo nel 1975: Indira Gandhi ha appena decretato lo 'stato di emergenza' che condanna il paese a due anni di vero e proprio terrore. Mentre gli oppositori riempiono le prigioni, la popolazione affamata è oggetto di una cinica campagna di sterilizzazione più o meno forzata. A Bombay la miseria dorme sui marciapiedi, nelle fogne a cielo aperto. A partire da questa corte dei miracoli, Mistry dipinge un quadro degno di Bruegel: Dina, una vedova quarantenne, cerca di sottrarsi all'oppressione economica del fratello subappaltando i lavori di sartoria; Maneck, figlio di una sua compagna di scuola, è stato mandato a studiare nella grande città perché il negozio familiare è sul punto di fallire e sta a pensione dalla vedova; Ishvar e suo nipote Om, membri della casta degli intoccabili, sono due sarti in fuga dal villaggio dove la famiglia è stata massacrata e lavorano presso questa sorta di Madre Coraggio. In una città dove i poveri sono alla mercè dei giochi di potere dei politici, i quattro protagonisti principali sembrano cavarsela: hanno imparato 'a mantenere un perfetto equilibrio' tra speranza e disperazione. Ma i tempi finiranno per rivelarsi calamitosi... Mistry, con uno straordinario talento di narratore, crea un indimenticabile scenario di umiliati e offesi in cui spiccano ritratti desolanti e divertenti al contempo: un uomo che vive raccogliendo e vendendo capelli, l'urlatore di slogan, i guru da operetta, il boss dei mendicanti e così via. Requiem per un continente perduto, il romanzo non si limita a celebrare le capacità di resistenza e di coraggio dell'animo umano o a dipingere la lancinante esperienza del quotidiano infrangersi dei sogni dei protagonisti. Sospeso tra la simpatia di Dickens per i poveri e l'urlo scandalizzato di Solzhenitsyn, "Un perfetto equilibrio" profetizza la fine di quel mondo di cui Kipling aveva cantato la magia. Restano solo la corruzione, la violenza e il fanatismo religioso.
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